Food content marketing: 3 suggerimenti per i brand alimentari

“Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare, ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare”
(Manuel Vàzquez Montalbàn – scrittore e gastronomo spagnolo)
 
E molto più lungo e in continuo aggiornamento – ci permettiamo di aggiungere noi – è l’elenco di coloro che cercano informazioni sul cibo in rete.
Insomma, il nostro ‘appetito’ – tanto per stare sul pezzo – per i contenuti legati all’alimentazione è più grande che mai: video-ricette, recensioni, tutorial culinari, rivisitazioni originali di piatti tradizionali, creati spesso dagli utenti stessi, spopolano sul web. E anche i grandi marchi del food, a partire da quelli USA che hanno iniziato da diverso tempo, stanno facendo ampio ricorso a questo tipo di contenuti.

Ad avviare questa tendenza negli Stati Uniti e a stimolare sempre più l’interesse degli utenti hanno contribuito in maniera decisiva i video gourmet altamente professionali che il canale BuzzFeed’s Taste ha cominciato

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A cosa destinare la gran parte del budget a disposizione per il marketing?

Tra le risposte possibili alla domanda posta nel titolo ce n’è una che supera ormai le altre per distacco: ai contenuti di valore. A dirlo sono i dati di tutte le ultime rilevazioni sul tema. La creazione di contenuti è diventato negli ultimi anni di gran lunga l’obiettivo principale per chi si occupa professionalmente di strategie di marketing in tutto il mondo.

Dall’ultima ricerca eseguita dall’agenzia internazionale di marketing e comunicazione, Cognito, risulta, ad esempio, che il 61% dei 165 marketing leader intervistati ha indicato il content marketing come l’area in cui sarà investita la parte più cospicua del budget 2018. E ciò è probabilmente diretta conseguenza dell’insoddisfazione che era venua fuori nel sondaggio precedente, in cui solo il 18% degli intervistati si era dichiarato contento della qualità dei contenuti su cui aveva potuto contare.

Come provare ad affrontare il cambiamento
Le relazioni con gli investitori (71%) e gli affari pubblici (69%) sono, a detta degli

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Meglio postare in un blog o pubblicare su Facebook per un brand?

Aggiornare una pagina business di Facebook e curare un blog aziendale, a prima vista, sono cose molto diverse. Le aziende possono avere successo facendo solo l’una o anche l’altra cosa, ma la maggior parte di loro si afferma e resta in alto facendole entrambe. Tuttavia, la domanda del titolo resta in piedi. Cerchiamo di non lasciarla inevasa spiegando e argomentando il più possibile perché secondo noi al blog, se hai un’azienda, non puoi proprio rinunciare, anche se puoi contare su una pagina Facebook di successo.

Pubblicazione su un blog
La modalità di default del web marketing di un brand è il blog. Non è in discussione. Esistono migliaia di case study e ricerche che spiegano il perché le marche hanno bisogno di un blog. Certo, è possibile crescere e farsi conoscere iniziando da una pagina Facebook, ma poi arriva la necessità di uno spazio comunicativo proprio per consolidarsi e coltivare al meglio la propria audience.
Un blog è

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Che cosa significa il nuovo algoritmo di Facebook per il digital marketing

Ha fatto molto discutere nel mondo del digital marketing il recente annuncio di Zuckerberg di un nuovo algoritmo di Facebook che privilegerà i post degli amici rispetto a quelli delle pagine di business e informazione. Appare evidente che si tratti di un passo deciso verso il pay-to-play, cioè non solo un modo di dare maggiore visibilità ai contenuti migliori, quelli più ‘sociali’ per intenderci, e che generano più interazioni, ma una strategia volta a forzare le pagine editoriali e dei brand a investire più denaro in cambio di maggiore visibilità.

Per gli utenti è probabilmente una buona cosa vedere gli aggiornamenti degli amici prima di tutto il resto. Il nuovo algoritmo di Facebook dunque non è da ritenersi universalmente negativo. Di certo pone un problema ai marketer e in generale a chiunque voglia continuare a promuovere il proprio business sul più grande e generalista dei social network. Che poi è anche quello che offre possibilità incredibili dal

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Influencer marketing: 5 trend da conoscere e qualche dritta per il 2018

L’influencer marketing è sempre più popolare nel mondo e, tra nuovi trend, qualche conferma e alcune insidie per i marketer meno avveduti, continuerà a crescere anche nel 2018.
Le ragioni di questo successo sono molteplici, ma le principali sono certamente la versatilità delle campagne (questo tipo di marketing funziona per ogni azienda in qualunque settore) e la natura non invasiva dei messaggi.
Ecco cosa aspettarsi nel corso del prossimo anno a livello di nuove tendenze. Adeguarsi in fretta e con qualche accorgimento può fare la differenza per una strategia vincente di influencer marketing.

1. Salirà la domanda e con essa i costi
Gli influencer sono sempre più richiesti per le campagne promozionali dei brand sui social media. E una maggiore domanda di ‘personalità influenti’ non potrà che far aumentare il valore dei loro servizi.
Mentre finora, molti influencer si accontentavano di ricevere da parte dei committenti campioni gratuiti o qualche altra forma di remunerazione (come servizi o viaggi), nel

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Il futuro prossimo dei contenuti: le performance prima di tutto

Creare una migliore esperienza per il cliente: su questo obiettivo complessivo dovrebbero essere focalizzati tutti i contenuti dei brand. E combinando SEO e content marketing, engagement, hyperlocal, ricerca vocale e machine learning, il risultato può essere raggiunto con maggiore facilità e velocità, oggi e ancor di più nei prossimi anni.
Adattandosi al modo in cui le persone ricercano e ‘consumano’ i contenuti, è più agevole anticipare le tendenze e fornire i contenuti di cui il pubblico ha bisogno, nel modo in cui ne ha bisogno, e arrivare prima della concorrenza.
Il content marketing da solo non basta più. I brand hanno bisogno di rientrare degli investimenti in tempi più rapidi. A confermarlo è un sondaggio tra 252 responsabili marketing di aziende presenti nella lista Fortune 500 (classifica delle maggiori società statunitensi), condotto da BrightEdge.

Ecco alcuni risultati chiave:
– il 71% dei marketer afferma che meno del 50% dei contenuti da loro proposti viene

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Content marketing vs pubblicità: vince il primo e continua a crescere [ricerca PQ Media]

Che il content marketing stia conquistando un posto di assouto rilievo nelle strategie di comunicazione e promozione delle aziende è un fatto acquisito e incontrovertibile, così come è ormai dimostrato da diverse rilevazioni che abbia superato la pubblicità tradizionale in termini di ricavi. E le previsioni lo vedono ancora in forte ascesa.
Una delle ultime ricerche in proposito è la “Global Content Marketing Forecast 2017“, a cura di PQ Media e pubblicata su MarketingCharts lo scorso agosto, che prevede ricavi in crescita a livello globale di oltre il 14% fino al 2021. La rilevazione è stata condotta su aziende specializzate nella creazione di contenuti (sono escluse le attività gestite internamente dai brand e le attività di Digital PR esterne).
Il 2016 ha visto salire i ricavi del content marketing nel mondo del 14,4%, tasso simile nel 2017 che porterà i ricavi totali a fine anno a 28 miliardi di dollari, con una proiezione di crescita del 14,6% che farebbe raggiungere i 32,1

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Quando l’economia della fiducia sorpassa la SEO

Immaginatevi la scena in cui un padre dice al figlio: “un tempo qui era tutto content marketing”, riferendosi alla fine degli anni ’10 di questo secolo.
Alla fine dei conti in questo decennio il trend ormai è chiaro e definito: i contenuti sono diventati il principale strumento di attrazione per moltissime aziende.
Se ci guardiamo indietro, capiamo che questo sviluppo non è frutto soltanto di una moda che si è imposta insieme con la nascita dei blog, e neanche frutto di un mero calcolo di SEO, quanto piuttosto una necessità alimentata dalla nascita dell’economia della fiducia. 
Già un paio d’anni fa, un’agenzia di comunicazione statunitense, la Ciceron, aveva elaborato in modo piuttosto sintetico i benefici dell’adozione di strategie di content marketing:
il 92% delle aziende che aggiornano costantemente il proprio blog acquisiscono in media un nuovo visitatore (e potenziale cliente) al giorno;
il 78% dei consumatori crede che le organizzazioni che producono contenuti diretti a loro vogliano instaurare una relazione;
il

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La rivoluzione del native advertising in un libro

E’ uscito “Native Advertising – la nuova pubblicità: amplificare e monetizzare i contenuti online”, il libro di Claudio Vaccaro edito da Hoepli. Il testo analizza la grande rivoluzione che sta cambiando l’advertising online classico trasformandolo in pubblicità ‘nativa’, ovvero incentrata su contenuti rilevanti per l’utente perfettamente integrati nel contesto in cui sono inseriti. Col supporto di dati […]
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